La pandemia di Covid-19 ha colpito l’Italia prima e più duramente più di altri Paesi, colpendo una realtà già fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Un dato su tutti: in vent’anni (1999-2019), il Pil italiano è cresciuto appena del +7,9%, mentre nello stesso periodo la crescita economia in Germania è stata del +30,2%. Nel 2020 il PIL italiano si è ridotto dell’8,9%, a fronte di una media UE del 6,2%. Per rispondere all’eccezionale crisi economica e sociale causata dalla pandemia da Covid-19, l'Unione europea si dotata del programma Next Generation EU (NGEU) e, tra sovvenzioni e prestiti, le risorse messe sul piatto per i Paesi europei ammontano a 750 miliardi di euro, 235 dei quali saranno spesi in Italia.
Si tratta di un'occasione irripetibile per l'Italia che, attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), si appresta a definire e mettere in campo le misure per fronteggiare gli effetti negativi della pandemia sul piano economico e sociale e al contempo per superare le tradizionali criticità che limitano lo sviluppo del Paese (tra le quali la scarsa efficienza della PA, la lentezza della giustizia, i pochi investimenti e le infrastrutture obsolete).
Per l'attuazione del PNRR sarà importante anche il ruolo degli Enti locali, a cui è destinato il 40% dei fondi, come ha dichiarato nelle settimane scorse il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi. Con quali strategie verrà giocata questa partita dai nostri enti locali? Quali sono i progetti con i quali i nostri territori intendono partecipare al rilancio del sistema Paese?