VeneziE

Storie, arti, architetture, città, politiche, culture, mentalità, devozioni, tradizioni, miti

Progetto curato da Antonio Manno

Introduzione alla nuova edizione di VeneziE

Venezia è unica, ma non immutabile. La città lagunare, apparentemente immobile, è stata ed è un luogo in perenne trasformazione, segnato da armonie e conflitti. La sua forma urbanistica, ora paragonata a quella di un pesce per rimarcarne l’indissolubile legame con l’acqua, è il risultato di ampliamenti avvenuti nel corso dei secoli e, in particolare, nell’Otto e Novecento. La stessa idea di una città refrattaria al ‘moderno’ è un mito romantico alimentato dai visitatori anglo-tedeschi, come John Ruskin. Nel corso del tempo, Venezia è stata teatro di considerevoli interventi di trasformazione e ammodernamento del proprio tessuto urbano e territoriale, soprattutto per quanto riguarda il ripristino o il potenziamento delle vie d’accesso acquee e terrestri. L’evoluzione del suo stesso patrimonio edilizio, che erroneamente si ritiene congelata nel passato, è invece il risultato di continue addizioni avvenute dai tempi più antichi fino ad oggi. Si consideri che un quarto del suo attuale patrimonio è infatti costituito da case realizzate dopo il 1919. Uno sguardo, sia pur fugace, alle sue sole architetture rende palese che in essa convivono più forme e stili architettonici, senz’altro da conservare e tutelare, e non certo da stravolgere indiscriminatamente.


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Storie per integrare

L’inaspettato successo di pubblico conseguito dal progetto VeneziE, reso possibile dall’associazione “Il Circolo Veneto”, è dovuto ad un forte e sentito desiderio di apprendere la storia veneziana da parte della cittadinanza mestrina, consapevole che la conoscenza del proprio passato è uno strumento vitale per la comprensione del presente e la progettazione del futuro. Le prime conferenze, iniziate nel novembre 2022, proseguite nell’anno successivo e condotte con approcci e prospettive diverse, hanno illustrato, a partire dal medioevo, la collocazione della Repubblica in uno scenario europeo e mediterraneo, per poi approfondire le questioni inerenti la difesa dei suoi confini nel corso del XVI secolo e i riflessi di tale situazione nella configurazione del mito della Serenissima, rinvenibili nei dipinti del Palazzo Ducale. Gli incontri finali, anziché mirare alla storia dei grandi eventi e alle scelte deliberate dallo Stato, sono stati dedicati ad aspetti sociali, di costume e devozionali, legati alle tradizioni, e con particolare riguardo al ruolo della donna, alla tavola e alle tradizioni gastronomiche, nonché alla popolare festa di san Martino. Non da ultimi, i disegni e le illustrazioni dedicate alla città di Venezia, alle sue feste e agli antichi mestieri, ideati per i ragazzi ed esposti presso l’antica sede della Provvederia, a Mestre. 

Il progetto intende infatti offrire una veduta a tutto tondo sulla città, sulla Laguna e sull’entroterra, che spazia sulle arti, le architetture, le politiche, le storie, le devozioni, le tradizioni, i miti e le mentalità che hanno contribuito a plasmare l’identità di una città unica e molteplice. Il suo obiettivo più ambizioso è quello di favorire un’esperienza educativa coinvolgente per i partecipanti e renderli consapevoli del patrimonio culturale, materiale ed immateriale, che li circonda. 

All’inizio è stato inevitabile avviare l’iniziativa con conferenze dedicate alla Serenissima, senza tuttavia celebrarne il primato assoluto, ma tale offerta culturale comportava il rischio di una banale riproposizione di quanto, a Venezia, numerose ed autorevoli istituzioni culturali compiono già da decenni, avvantaggiate tra l’altro dal richiamo di sedi prestigiose, oltre che dalla presenza in loco di un nutrito pubblico universitario. Il progetto culturale VeneziE, ispirato a un approccio critico e interdisciplinare, aperto al dibattito, ha come orizzonte la città metropolitana e tutti i suoi abitanti e cittadini, con un particolare riguardo alle comunità scolastiche della scuola dell’obbligo, ai loro insegnanti e ai loro allievi, tra i quali sta aumentando la presenza di figli di immigrati. A loro e alle loro famiglie occorre dedicare, con inedite formule di comunicazione da sperimentare nei prossimi anni, un paziente e lungo lavoro di informazione storica sui luoghi in cui vivono, studiano e lavorano, allo scopo di favorirne l’integrazione sociale e il radicamento.

VeneziE e non Venezia

Ed è proprio per sottolineare le incessanti metamorfosi di Venezia e per non cadere in sterili nostalgie, ma anche per narrarne le vicende più variegate, unitamente alla Laguna e ai territori circostanti di terraferma, che si è voluto declinare il nome del progetto al plurale. Anche se il termine prescelto evoca quello antico di Venetiae, il vasto ambito territoriale con il quale si indicava la X Regio augustea, non ci si occuperà di questioni etniche, né tanto meno del concetto di unità veneta. 

Al contrario, pur prestando attenzione alla civiltà veneta e veneziana, ci si propone di illustrare e di capire la città di Venezia e il suo entroterra come luoghi di migrazione, o meglio ancora come un crogiolo di popolazioni, di lingue e provenienze diverse, la cui energia collettiva, oltre che dall’organizzazione amministrativa e politica della Repubblica, è stata resa possibile dall’intrecciarsi delle loro molteplici culture e interessi. Si pensi, a solo titolo di esempio, alle provenienze diverse di contadini, mercanti, artisti, letterati, scienziati e artigiani confluiti a Venezia fin dalle sue origini e nel corso dei secoli successivi. E da tali flussi migratori non fu esente il territorio della gronda lagunare la cui vocazione era e resta quella di fungere da cerniera o ponte fra acqua e terra, proprio laddove era più agevole l’ingresso in Laguna, come testimonia la presenza, nella Mestre antica, di mercanti d’oltralpe o di una comunità di ebrei, ben prima della nascita del ghetto veneziano.

Mestre, la porta da terra di Venezia

Restituendo alla immediata Terraferma veneziana il ruolo storico e sociale che le spetta, occorre prestare la dovuta attenzione a un avvenimento non ancora adeguatamente valutato dagli studiosi e anche dagli storici locali, allorché, nel corso del Trecento, Venezia decise di espandersi e di impadronirsi dei territori mestrini, giungendo fino a Treviso, e inaugurando così un nuovo ed inedito corso della propria storia. La conquista dell’approdo naturale alle vie di commercio verso il continente per la città-Stato equivalse, per usare la metafora del palazzo veneziano dotato di due opposti ingressi, all’apertura della propria porta urbana “da Terra”, geograficamente opposta e pur tuttavia funzionale a quella “da Mar”, situata nel porto di Lido e replicata, simbolicamente, dalle due grandi colonne affiancate, nella Piazzetta di San Marco. Fin dall’inizio del governo veneziano, Mestre assunse dunque il ruolo indissolubile e cruciale di ingresso “da Terra” della Serenissima. Il Leone marciano rivolto a occidente, con le zampe posteriori in acqua e quelle anteriori, ben salde sulla terra, esprimeva allegoricamente un cambio di rotta radicale nella politica economica della Repubblica e, grazie ad una raffigurazione emblematica e comprensibile alla popolazione, consentiva di situare idealmente il piccolo borgo mestrino e il suo entroterra, a vocazione agricola, nell’orbita della capitale e dei suoi traffici commerciali. I lavori faraonici per l’apertura di quello che si potrebbe definire il nuovo porto intermodale di Mestre, costituito da un lungo canale rettilineo o Cava Gradeniga, ora Canal Salso, costituirono, unitamente al suo antico approdo di Piazza Barche, ora interrato, l’opera urbanistica che unì in modo indissolubile, ancor prima dell’attuale ponte ferroviario e stradale, due ambienti geografici distinti, rendendoli inseparabili. La presa di Mestre e Treviso segnò infatti un giro di boa fondamentale nella rotta geo-politica della Serenissima, tanto che la sua classe dirigente, pienamente consapevole del cambiamento in atto, deliberò orgogliosamente, pochi anni dopo, di erigere un nuovo Palazzo Ducale, espressione del primato di una città Stato fondata sull’abbondanza derivata dal commercio e retta da Libertà e Giustizia. 

La novità del programma di VeneziE del 2024 sono le conferenze riguardanti la storia di Mestre: le sue antiche vie di comunicazione stradale e fluviale verso Venezia, che meriterebbero un aggiornato apparato di cartelloni didattici e informativi per i passanti; il suo nuovo circuito murario, del quale sopravvivono solo poche vestigia che richiederebbero un’adeguata valorizzazione; la sorveglianza militare esercitata dalla nuova fortezza austriaca di Marghera. 

Se il fine principale del progetto VeneziE è quello di riscoprire criticamente le vicende storiche passate e recenti per mostrare al pubblico le radici che lo legano al proprio territorio e favorirne l’integrazione, gli argomenti affrontati nelle conferenze intendono perseguire un duplice obiettivo: da un lato, come già esposto, illustrare la dinamica molteplicità di Venezia e dei suoi territori e, dall’altro, far emergere lo stretto legame fra i destini di Venezia e quelli di Mestre, senza rinchiudersi in un approccio storico autarchico o campanilistico. 

Si auspica infine che le conferenze su Mestre e Marghera preludano alla preparazione di una esposizione didattica intitolata “Mestre com’era. La podesteria durante il governo veneziano (1337-1797)”. La mostra, in sintonia con gli scopi educativi del progetto culturale VeneziE, mirerà alla valorizzazione di due pregevoli plastici, di proprietà comunale, che riproducono l’impianto urbano dell’antico borgo e conservati presso la torre dell’Orologio e la Biblioteca Civica VEZ. I materiali esposti saranno costituiti da cartelloni tematici itineranti, facilmente riutilizzabili e da destinare alle scuole, alle sedi di quartiere e alle biblioteche civiche, come pure ai mercati e alle sagre della città metropolitana. I testi, comprensibili e non specialistici, saranno affiancati da immagini di antichi documenti cartografici e riproduzioni di vecchie fotografie riguardanti luoghi e manufatti scomparsi, trasformati o ancora esistenti. 

Le restanti conferenze previste nel 2024 continueranno a mostrare Venezia da molteplici direzioni: la città e la sua Laguna, di recente fotografate dall’alto, in omaggio alla celebre veduta cinquecentesca di Jacopo de’ Barbari; la tradizione popolare del Carnevale e un celebre libertino come Giacomo Casanova; il servizio postale, essenziale per comunicare con il Levante e la Terraferma; il commercio del caffè e le sue implicazioni sociali. Infine, per tornare nel Palazzo Ducale, lo spettacolare dipinto della battaglia di Lepanto nel quale Andrea Vicentino diede voce alla propaganda di Stato e al presunto ruolo che Sebastiano Venier avrebbe esercitato nel vivo dello scontro navale.


Antonio Manno



Il calendario degli eventi

Tutti gli incontri avranno inizio alle ore 18:00 e si svolgeranno al Centro Culturale Candiani di Mestre in Sala conferenze (quarto piano, con ascensore).

Clicca sulle date per conoscere i progammi e i relatori.


Venerdì 26 gennaio 2024

Riccardo Roiter Rigoni, Debora Gusson, Venezia vista dal cielo. Una via per riscoprire, conoscere e riflettere (Edizioni Jonglez). Conversa con gli autori: Antonio Manno. Letture: Germana Daneluzzi


Venerdì 2 febbraio 2024

Marina Crivellari Bizio, Carnevale a Venezia: storia, arte e poesia


Giovedì 7 marzo 2024

Giovanni Papaccio, Il Castrum Novum di Mestre nel 1405. Una ipotesi ricostruttiva in 3D


Giovedì 4 aprile 2024

Marina Crivellari Bizio, Un uomo e il suo tempo: Giacomo Casanova


Giovedì 2 maggio 2024

Bruno Crevato-Selvaggi, La posta della Serenissima


Giovedì 6 giugno 2024

Giorgio Fazzin, Antiche vie di comunicazione tra Mestre e Venezia


Giovedì 5 settembre 2024

Sandra Stocchetto, Il negozio del caffè nella Serenissima (Edizioni ytali)


Giovedì 3 ottobre 2024

Antonio Manno, Sebastiano Venier contro Alì Pascià: la battaglia di Lepanto di Andrea Vicentino nel Palazzo Ducale di Venezia


Giovedì 7 novembre 2024

Federico Moro, Forte Marghera, 1848-1849, resistenza a oltranza