Scuola di Formazione Politica  | Venerdì 13 ottobre 2023 ore 20.00

Il Nordest nella storia dell'Italia repubblicana

Nello studio della politica italiana l'analisi territoriale riveste una rilevanza cruciale. Questa centralità del territorio è dovuta sia alle profonde differenze che intercorrono fra i diversi contesti locali che compongono e caratterizzano il nostro paese, sia perchè è all'interno di tali contesti che si possono analizzare e comprendere in concreto gli eventi che influenzano e trasformano la vita di milioni di persone. Contesto di radicamento di una civiltà millenaria, al contempo Repubblica e Impero, l'Italia nordorientale ha vissuto nel tempo processi peculiari. 

Fin dalle prime ricerche degli anni Sessanta, si parla di mondo "bianco", per sottolineare come l'Italia nordorientale costituisca il bastione elettorale della Democrazia Cristiana. Ma non si tratta solo di consenso elettorale. I rapporti di forza partitici riflettono precise culture politiche, a loro volta espressione di configurazioni sociali imperniate sul ruolo centrale svolto dalla Chiesa. Si tratta comunque di una società stratificata e complessa: dalle prime mobilitazioni di fine Ottocento e fino alle ultime elezioni precedenti il fascismo emerge un Veneto conteso, in cui accanto alla forza dei "bianchi", coagulati attorno al partito popolare, trovava posto il dinamismo del partito socialista. 

Nel secondo Dopoguerra, invece i rapporti di forza sono nettamente a favore della Democrazia Cristiana e di una egemonia "bianca" che pare inscalfibile. Eppure, le trasformazioni profonde del tessuto produttivo, l'emergere di nuovi ceti di piccola e media impresa, l'affermarsi di rapidi processi sociali caratterizzati dalla crescente secolarizzazione contribuiscono a ingenerare profondi mutamenti politici. 

Nasce a Padova nel 1979 la "Liga Veneta", ribattezzata "la madre di tutte le Leghe" da Franco Rocchetta, uno dei suoi fondatori. Alle elezioni politiche del 1983 il partito dominante, la DC, subisce una prima significativa flessione nei consensi proprio nelle sue precedenti zone di forza nel Veneto più "bianco". A beneficio della neo-formazione lighista. Sono le prime avvisaglie di uno smottamento elettorale che, nel volgere di un decennio, aprirà una "lunga transizione politica", di fatto mai davvero conclusa.

con

Marco Almagisti

Professore di Scienza Politica all'Università di Padova

e

Matteo Zanellato

Professore di Politica comparata all' Università di Padova


dialoga con gli ospiti

Bruno Bernardi

Direttore della Scuola di Formazione politica


introduzione di

Cesare Campa

Presidente dell’Associazione Il Circolo Veneto

Marco Almagisti

E' Professore associato di Scienza Politica all'Università di Padova, dove dirige il Centro interdipartimentale di Studi Regionali "Giorgio Lago"

E' direttore di "Altopiano. Rivista di analisi politica" (Castelvecchi editore). Fra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo Una democrazia possibile. Politica e territorio nell'Italia contemporanea. Nuova edizione aggiornata (Carocci, 2022) e (con Paolo Graziano), Il Nordest: i fatti e le interpretazioni. La lunga transizione italiana vista dal suo epicentro (Padova University Press, 2022).

Matteo Zanellato

E' Professore a contratto di Politica comparata all' Università di Padova e di Istituzioni dell' Unione europea nella Boston University Study Abroad, sede di Padova. È coordinatore di DANE - Osservatorio Democrazia a NordEst del Centro interdipartimentale di Studi regionali "Giorgio Lago". È autore di diverse pubblicazioni insieme a Marco Almagisti, tra cui "Subculture politiche e risultati elettorali: il Veneto fra il 1919 e il 1921" (Venetica. Rivista di storia contemporanea, 61, 2, 2021) e "Il ritorno del Doge: un'analisi storica del voto regionale in Veneto del 2020" (Regional Studies and Local Development, 2, 1, 2021).