Alla Lepido Rocco di Caorle il primo degli incontri con l'Ordine dei Giornalisti del Veneto

I segreti del mestiere illustrati da Edoardo Pittalis agli allievi del Centro di formazione professionale


[Caorle, 29 novembre 2021] Con grande piacere oggi abbiamo ospitato, presso il nostro Centro di Formazione Professionale Alberghiero Lepido Rocco di Caorle il signor Edoardo Pittalis, esponente dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto.

Incontro patrocinato dal Circolo Veneto, a cui va il nostro ringraziamento per la grande opportunità offerta ai nostri ragazzi attraverso il Premio Letterario Mestre a cui la scuola ha aderito con entusiasmo.

Innanzitutto un grazie speciale ad Edoardo Pittalis per la sua disponibilità e cortesia che, con le sue parole, ha saputo catturare l’attenzione dei ragazzi e toccare le loro corde più profonde.

Pittalis ci ha raccontato il suo percorso professionale, gli inizi, alcuni dei momenti più significativi della sua carriera, il suo interesse per il territorio del Nord-Est e come abbia trovato le fonti più autorevoli per le sue ricerche proprie nell’archivio storico de Il Gazzettino, il giornale in cui ha lavorato per tanti anni.

Ha sottolineato più volte come la memoria sia la cosa più importante per un singolo uomo e per l’intera società.

Dimenticare da dove veniamo significa non sapere più chi si è oggi.

Gli occhi dei ragazzi si sono illuminati sentendo i racconti di storie lontane, di fatti storici che loro neppure conoscevano, ma resi reali da chi li ha vissuti in prima persona, da chi è stato un testimone dei fatti.

La scrittura come urgenza di fermare ciò che accade, affinché chi verrà possa imparare dalle nostre parole, possa continuare a ricordare.

Una scrittura che Pittalis ha paragonato ad un corpo umano diviso in tre parti: il viso che è la prima impressione o meglio, il primo contatto con il testo che deve catturare l’attenzione del lettore, non deve farsi dimenticare, ma farci desiderare di scoprire cosa c’è oltre quel viso. Oltre un bel viso c’è il cuore. La scrittura è cuore, è passione, Una scrittura fredda non coinvolge, per scrivere bene bisogna mettersi in gioco, esporsi.

Infine ci sono i piedi per accompagnarci fuori dal testo. Il cerchio deve chiudersi. Congedarsi dal lettore significa allontanarsi dopo aver lasciato una piccola parte di sé.

Un insegnamento prezioso che i ragazzi oggi hanno ricevuto da chi della scrittura ha fatto il suo mestiere è che la cosa fondamentale per un buon scrittore è farsi capire.

Una scrittura semplice non è sinonimo di banalità, al contrario, è saper scegliere tra tutti i termini in nostro possesso i più adatti a renderci comprensibili. Una scrittura d’élite è una scrittura solitaria.

L’ultimo grazie lo vorremmo dedicare ai nostri studenti per aver voluto accettare la sfida e per averci regalato l’emozione dei loro occhi luccicanti.

Lepido Rocco Caorle
Morena Visentin


Le immagini dell'incontro