La risata dell'anima

di Martina Filippi


Ci sono tanti momenti in cui la vita ti mette davanti ad un bivio, tanto che non sai quale sia la strada giusta da prendere, la quale molte volte, come nel mio caso, può cambiarti la vita.

Mi chiamo Eva, ho una bambina splendida e un marito meraviglioso che mi ama alla follia ma che, purtroppo, vedo poco perché lavora molto all'estero però, quando mi capita di incontrarlo, sembra sempre la prima volta: si accende una gioia nel mio cuore che, durante la sua assenza, risulta inesistente. Ho quarantadue anni e vivo in una casa enorme; tante volte mi capita di contare le stanze ma alla fine ne perdo il conto da quante ce ne sono: così grandi, spaziose, una cucina gigantesca e un atrio trenta volte più grande della mia camera da letto, la quale mi risulta fin troppo piccola alcune volte...ma non ha importanza. La mia vita è semplice, amo tutto quello che mi è stato donato e tutto quello per cui ho sempre lottato, ovviamente ottenendo i migliori risultati.

Mi chiamo Eva e amo la vita, per questo rido sempre. Spesso non me ne accorgo nemmeno, tanto che ci sono volte in cui sono altre persone a farmelo notare e mi incitano a trattenermi. Esagero, lo so, ma amo la mia vita e rido anche senza volerlo.

Mi chiamo Eva e ho una vita stupenda, come non amarla? La mia bambina ora ha nove anni, forse dieci, non ne sono sicura ma poco importa. È bellissima: ha dei capelli biondi e ricci, gli occhi azzurri del colore del cielo in una giornata di sole, il viso dolcissimo con un nasino piccolo e tondo, delle labbra sottili che si aprono in un sorriso timido e smagliante, una corporatura fragile ed esile che rappresenta la sua personalità deliziosa e infine delle manine calde e morbide. La chiamo “angioletto” perché, nonostante l’abbia creata, l’ho sempre sentita al di sopra di me, come se mi osservasse da lontano e mi proteggesse come fanno le madri con i loro cuccioli. È una concezione strana ma al contempo vera, la vedo così poco per via della sua scuola molto lontana che la porta spesso via da me. Ma in fondo che importa? Io amo lei e lei ama me, d'altronde sono sua madre, no?

Mi chiamo Eva e amo la mia vita, ogni giorno è una sorpresa per me e ogni cosa mi rende sempre più entusiasta di chi sono e della vita che faccio. Oggi, ad esempio, ero nel cortile che sorseggiavo una calda tazza di tè con le mie amiche e osservavo il sole che si nascondeva, come se stesse scappando, dietro le montagne, e ho pensato a quanto volessi essere al suo posto in quel momento, cosa su cui normalmente non avrei riflettuto...ma in fondo che importano i miei pensieri? C’è poco da riflettere, io so di amare la mia vita, non mi servono altre certezze. Dopo il tè, finito l’incontro con le mie amiche e tornando dentro casa, ho deciso di voler rimanere ancora un po' fuori per godermi la fresca brezza autunnale della sera, per assaporare l’odore della natura e sentire il cinguettio degli uccellini che troppo spesso ignoro. Mi capita frequentemente di non uscire di casa per un po' di tempo, non so perché, forse per paura che il buio mi rapisca; non mi è mai piaciuto essere sola nella notte. Ma in fondo che importa delle mie stupide paure? -Hai una vita davanti, devi viverla- mi sono detta. Per questo ho agito, per la prima volta nella vita non ho chiesto il parere di nessuno. Ho agito e basta: sono passata per il retro, ho scavalcato delle recinzioni che probabilmente appartenevano alle case a fianco e, dato che era buio e le luci scarseggiavano, ho percorso una strada desolata verso i boschi, innamorandomi sempre più della natura a cui non avevo mai prestato più di tanta attenzione. Sono andata avanti per moltissimo tempo, talmente tanto da aver perso completamente ogni riferimento temporale. Ho camminato fino allo sfinimento, fino ad arrivare ad un bivio. Era strano trovarsi davanti ad una doppia strada, da sola, al buio, in vestaglia, a piedi nudi, ma soprattutto con mille dubbi e pensieri nella mente. Mi sono trovata di fronte a due strade, una che conduceva ad un burrone profondo e l’altra che portava ad un sentiero con delle luci in lontananza. Chissà perché quando mi sono trovata davanti a quelle due strade mi sono sentita così confusa, capendo che, però, la scelta sarebbe stata più semplice di quanto credessi...

Mi chiamo Eva e amo la mia vita, proprio per questo ho scelto la via migliore che mi garantisse di essere felice per sempre. Mentre decidevo di capire dove andare sentivo delle voci lontane, quasi inesistenti per me a causa della concentrazione che ci mettevo per decidere il mio destino. Non le sentivo, la mia mente era troppo offuscata dai pensieri per potersi dedicare all’ascolto di voci insignificanti per me. La mia decisione era talmente chiara e semplice che non ci pensai due volte: guardai le luci del sentiero e sorrisi con una consapevolezza che non avevo mai avuto prima, e chiusi gli occhi.

Mi chiamo Eva, ho quarantatré anni, una figlia meravigliosa, un marito stupendo e amo follemente la mia vita. É ormai da un anno che non vedo più le mie amiche che ridevano sempre insieme a me senza motivo, che non ritorno più in quella casa spaziosa con le pareti bianche dove il silenzio veniva interrotto solo da urla e risate spaventose placate da persone che ci davano delle medicine per calmarci. É ormai da un anno che non vedo più la foto della mia bambina, la quale mi è stata strappata via alla nascita a causa della mia malattia che mi ha costretta ad andare a passare il resto dei miei giorni in quella gabbia. Ma soprattutto, è da ormai un anno che non sento più la mia risata, quella risata che non ha mai avuto un senso, ma che proveniva dalla profondità del mio inconscio, nel quale nulla aveva un senso ma allo stesso tempo sembrava ce l’avesse; quella risata complice della mia malattia, le quali insieme hanno deciso di disintegrare ogni parte vera di me lasciando solo un agglomerato di pazzia in una donna fragile e privata di una propria personalità. Da troppo tempo volevo poter essere normale, da troppo ormai speravo di non poter più pensare che la mia vita fosse veramente così meravigliosa e al contempo così maledettamente mascherata da una bugia nata dalla vergogna per quel che ero, e finalmente ci riuscii.... Mi chiamo Eva e amavo la mia vita o, almeno, lo pensavo. Oggi sono 365 giorni che vivo nel cuore delle poche persone che mi ricordano, ma sono ancora la persona, o l’angelo, più felice che ci sia, perché so, per una volta nella mia vita, di aver scelto la via più giusta che mi ha condotto al posto che da fin troppo tempo avevo sognato. Finalmente ho trovato la mia strada.